Sua maestà IL gnocco fritto!

In Enogastronomia

Non chiamatelo “lo gnocco fritto” se non volete essere additato immediatamente come un turista. A Modena si dice IL GNOCCO, senza se e senza ma.

Così come per molte ricette a base di acqua e farina, questa preparazione è abbastanza diffusa in tutta l’Emilia. In gran parte della provincia di Bologna viene chiamato crescentina (e invece nel modenese crescentina indica un altro prodotto, chiamato impropriamente tigella dal nome del contenitore in cui si cuoce), nella province di Modena e Reggio Emilia è gnocco fritto, nella provincia di Parma si chiama torta fritta, a Piacenza chisola o chisulen anche se si trova spesso la dicitura gnocco fritto. E sempre in Emilia scendiamo a Ferrara dove troviamo il pinzino, un gnocco fritto di forma circolare, bucherellato in superficie con i rebbi della forchetta.

La storia di questa preparazione si fa risalire alla cultura longobarda che disponeva di abbondante strutto che l’antica ricetta prevede sia nell’impasto che nella frittura. Essendo un cibo povero, uno dei tanti a base di acqua e farina, fino agli anni ‘50 il gnocco, così come le tigelle, il borlengo, la piada hanno rappresentato uno dei cibi basilari della popolazione contadina della nostra regione.

Vediamo quindi le varianti di questa ricetta, partiamo da quella proposta dal sito di Emilia Romagna Turismo nelle Ricette della tipicità.

Gnocco fritto

Ingredienti
1 kg di farina 0
20 g di sale
1 cucchiaio di strutto 50 g
1 bustina di lievito per torte salate
500 g di acqua

Impastate tutti gli ingredienti e fate riposare 30 minuti. Tirate la pasta in una sfoglia alta 3-4 mm e tagliatela a losanghe da friggere nello strutto bollente.
Il gnocco fritto va mangiato ben caldo, accompagnato dai saporiti salumi tipici emiliani e da un buon Lambrusco DOC.

Le ricette sono tante, chi usa il lievito secco, chi il lievito fresco, chi il bicarbonato e chi invece l’acqua gassata. Chi utilizza lo strutto e chi invece il latte. Chi frigge nello strutto e chi nel più salutare olio d’arachide. Ho letto ricette di gnocco, davvero improbabili che nell’impasto mettono burro o addirittura cognac o grappa!!!!

Lasciate che vi proponga la ricetta che si usa nella mia famiglia, che è modenese doc ma che al tempo stesso presta attenzione a rendere meno pesanti le preparazioni tradizionali.

E’ una ricetta ampiamente sperimentata, non utilizza lo strutto e nemmeno il lievito, ma vi garantisco che vi leccherete i baffi.

Ingredienti
Un chilo di farina 0
5 cucchiaini di sale
Un cucchiaino raso di bicarbonato
1 cucchiaio di olio di extravergine di oliva
Latte e acqua gassata qb (in proporzione 1/3 di latte e 2/3 di acqua gassata)

Impastate gli ingredienti sulla spianatoia fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Prendete la pasta, avvolgetela in un canovaccio o burazzo come si dice dalle nostre parti e lasciatela riposare da mezz’ora a un’ora. Suddividete l’impasto in piccoli panetti e con la cannella o mattarello come dir si voglia tirate una sfoglia di due/tre millimetri di spessore, che poi taglierete a rombi e friggerete in abbondante olio di arachide.

Il gnocco fritto si sposa bene con i nostri buoni salumi, prosciutto, salame, mortadella, coppa e ciccioli, con un formaggio tenero tipo lo stracchino o lo squacquerone, con le cipolline all’aceto balsamico e un pinzimonio di verdure.

Il tutto annaffiato da un buon Lambrusco doc.

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