Prosegue la Stagione del Teatro Storchi con Ifigenia, liberata
Dopo aver affrontato con originalità nella stagione scorsa la messinscena di Purgatorio, il regista Carmelo Rifici, nominato nel 2015 direttore della Scuola del Piccolo Teatro di Milano succedendo al Maestro Luca Ronconi, sceglie un affondo nel mito. Ifigenia, liberata è solo l’inizio dell’indagine che Rifici propone allo spettatore, chiamando Eraclito, Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, René Girard, Antico e Nuovo Testamento a fornire storie e riflessioni sulla vera protagonista del lavoro: la violenza dell’uomo come realtà inestirpabile e mistero senza fine.
«Lo spettacolo nasce dall’esigenza di indagare, ancora una volta, come un leitmotiv dei miei ultimi lavori – afferma Rifici – l’uso della violenza, sia a livello macroscopico sia nel microcosmo familiare. Ciò che mi inquieta fortemente è questa ineliminabile caratteristica dell’essere umano di distruggere, di chiudere. Nella sua continua evoluzione tecnologica e scientifica la nostra specie non ha mai fatto a meno delle guerre, del sangue, della sopraffazione. Perché? Ancora oggi gli uomini cedono alla violenza, non trovano altro modo per combatterla se non usandola a loro volta, sempre in nome di un padre da vendicare, di un territorio da difendere, di un Dio cui obbedire. E mentre il mondo è sempre più occupato a prendersi cura delle proprie vittime, le vittime non cessano di diminuire. Ifigenia, liberata tenterà di svelare l’annosa questione della nostra natura violenta».
Dati artistici
scene realizzate dal Laboratorio di Scenografia “Bruno Colombo e Leonardo Ricchelli” del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
costumi realizzati dalla sartoria del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
maschere Roberto Mestroni
musiche Zeno Gabaglio
disegno luci Jean-Luc Chanonat
progetto visivo Dimitrios Statiris
regista assistente Agostino Riola
assistenti alla regia Emiliano Masala e Francesco Leschiera
assistente scenografa Francesca Greco
assistente costumista e sarta di scena Giulia-Claudia Gambi
in video Maximilian Montorfano, Jacopo Montorfano e Agnese Chiodi
ufficio di produzione Susanna Plata
promozione, organizzazione e coordinamento redazionale Maria Fico e Nicola Fiori
ufficio stampa Silvia Pacciarini
amministrazione Stefano Cimasoni
responsabile tecnico Pierfranco Sofia
direzione di scena Sarah Chiarcos
tecnico luci e video Fabio Bezze
fonico Nicola Sannino
capomacchinista Andrea Becchetti
macchinista Leonardo Bellini
illustrazioni e animazioni Stefano Bruscolini
collaborazione progetto visivo Alessandro Canali e Giuseppe Bilotti
produzione LuganoInScena
in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Azimut
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi, Theater Chur
con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura
foto di Masiar Pasquali
Dieci storie proprio così / Terzo atto
19 aprile ore 21
Concepito inizialmente come opera-dibattito sulla legalità, lo spettacolo ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel 2012: da allora il viaggio è proseguito con successo in tutta Italia, sviluppando un progetto in cui la scrittura di scena ha seguito l’evoluzione dello sviluppo narrativo, approfondendolo.
Dieci storie proprio così è parte integrante di un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile “Il palcoscenico della legalità”.
Dieci storie proprio così è una provocazione “ragionata” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire.
Lo spettacolo racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi.
«Siamo partiti nel 2012 dalla memoria di chi ha combattuto contro la criminalità organizzata – affermano Emanuela Giordano e Giulia Minoli – e dalle esperienze già consolidate di contrasto alle mafie al Sud. Nel 2015 abbiamo parlato del presente, del radicamento delle mafie al centro Italia e di alcuni esempi di lotta all’illegalità. Con questo terzo atto vogliamo riflettere sul futuro, su come l’infiltrazione delle mafie anche al nord stia cambiando il profilo dell’Italia, su come questa ‘malacultura’ «del sopruso ad ogni livello della vita sociale contamini le nostre vite. Vogliamo riflettere sugli strumenti che abbiamo per contrastare questo degrado: il potere di voto, il potere di acquisto, il potere di scegliere chi frequentare, il potere di educare, formare ed informare. Il potere di proporre e di osservare, di fare caso a ciò che ci circonda senza sconti di responsabilità».
Durata: 1 ora e 15 minuti + 45 minuti di dibattito
Note
Al termine dello spettacolo è previsto un dibattito con gli attori e alcuni dei protagonisti delle storie per riflettere ed approfondire quanto appena visto in scena. Il 19 aprile sarà presente Enza Rando (vicepresidente di Libera).
Dati artistici
da un’idea diGiulia Minoli
drammaturgiaEmanuela Giordano e Giulia Minoli
regiaEmanuela Giordano
conDaria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo
e conTommaso Di Giulio (chitarre), e Paolo Volpini (batteria)
musiche originaliTommaso Di Giulio
aiuto regiaTania Ciletti
produzioneTeatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus
in collaborazione conCo2 Crisis Opportunity Onlus
Dieci storie proprio così. Terzo atto è parte integrante del progetto Palcoscenico della Legalità ideato e coordinato da Co2 Crisis Opportunity Onlus con la partecipazione di attori, ricercatori, docenti, giornalisti, magistrati, studenti, associazioni e teatri, ed è promosso da Fondazione Pol.i.s., Libera, CROSS Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, LARCO Laboratorio di Analisi e Ricerca sulla Criminalità Organizzata dell’Università di Torino , Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Fondazione Silvia Ruotolo, Italiachecambia.org e DaSud. Con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ed il Ministero della Giustizia ed il sostegno di Fondazione con il Sud, Eni Spa, SIAE, Poste Italiane.
foto di Andrea Boccalini