Al Teatro Anatomico di via Berengario nei week end fino al 28 ottobre è visitabile l’allestimento su misura “Gare de Moi” di Carlo Benvenuto

In Arte

In occasione del recente Festival Filosofia Carlo Benvenuto (Stresa, 1966) ha allestito la mostra Gare de Moi – La follia della verità La verità è un esercizio. Una ossessione all’interno del settecentesco Teatro Anatomico di Modena (Viale Berengario, 16), appena restituito alla città dopo un lungo e accurato restauro.
L’esposizione,  è a cura di Chiara Ianeselli con la consulenza scientifica di Elena Corradini e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Produzione: Polo Museale Università di Modena e Reggio Emilia, Galleria Mazzoli (Modena/Berlino). Le opere presentate in Gare de Moi sono concepite appositamente per il Teatro Anatomico. Disposte nei gangli e nelle stanze adiacenti la sala centrale intendono condurre il visitatore nelle varie strutture funzionali dell’articolato edificio.

Questo spazio storico ha ispirato l’allestimento della mostra, favorendo l’esaltazione del carattere fisico delle opere esposte. Esse, principalmente fotografiche, sono prive di ogni intervento digitale: Benvenuto, lavorando con la verità del negativo tradizionale, appartiene romanticamente all’“armata di un regno che muore”. Le opere esposte immortalano, fermano la vita, ma non la rappresentano. Totalmente libere dal carattere illustrativo o storicizzante, intendono piuttosto sollevare la realtà per scoprire il dentro dei corpi, il dentro delle cose, nel luogo, par excellence, deputato all’ispezione. Tuttavia Benvenuto guarda dentro attraverso la maniacale ossessione di carattere pittorico per la superficie degli oggetti, davanti alla quale fermarsi: nessun taglio, nessuna sottrazione alla realtà.
Da George de La Tour fino a Richter, passando per il Realismo Magico, la fioca e calda luce di una candela è stata utilizzata come sorgente e ispirazione per effetti di intensa suggestione. Qui il sottile cilindro di cera è colto in piena luce diurna: ritta su una tovaglia bianca la candela si libera dalla sua funzione. Una riga verticale, bianca che divide lo spazio, un’ombra appena accennata che ci ricorda la sua materialità, il suo peso, la sua concretezza. Il fuoco sempre acceso, senza mai illuminare e mai consumare.
Le opere immortalano, preservano, proteggono il nostro intimo mondo con un malinconico “per sempre”.
Indagano ugualmente sull’ambiguità tra vero e verità percepita le sette sculture in vetro di Murano. Apparentemente bicchieri colmi d’acqua fino all’orlo sparsi nella cavea del teatro, come dimenticati alla fine della prima dissezione tenutasi nel teatro il 23 gennaio 1775, o magari dopo l’ultima, nel 1985, si rivelano invece essere sette solidi, sette sassi di vetro trasparentissimo.

Il progetto Gare de Moi è parte di Les Gares, una ricerca a cura di Chiara Ianeselli focalizzata sulla valorizzazione dei teatri anatomici. Gare de Moi segue le mostre realizzate nel Teatro Anatomico de Waag di Amsterdam (Gare du Nord, 2015), nel Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna (Gare du Sud, 2015/2016) e presso il Teatro Anatomico di Padova (Gare de l’Est, 2016/2017). Questa ricerca ha reso possibile la collaborazione con diversi artisti, enti museali e collezioni, tra cui il Museo Anatomico Vrolik (Amsterdam) e la Collezione Palazzo Albizzini Fondazione Burri.

La mostra è visitabile nei fine settimana fino al 28 ottobre e fino al 31 dicembre su appuntamento (tel. 059 2056973)

 

Teatro Anatomico
Via Berengario 16
Modena
Tel. 059.2056561
polomuseale@unimore.it
www.polomuseale.unimore.it

 

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