Venerdì 8 febbraio al Teatro delle Passioni nell’ambito del Premio Sognalib(e)ro torna in scena il primo studio di Padri e Figli progetto realizzato in collaborazione con il Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna. “Sognalib(e)ro” è un premio letterario promosso dal Comune di Modena con la Direzione generale del Ministero della Giustizia – Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giunti editore, con il sostegno di BPER Banca, e con il coinvolgimento di detenuti di diverse carceri italiane.
8 febbraio orario da definirsi
Padri e Figli / primo studio
Presso Teatro delle Passioni
Viale Carlo Sigoni, 382 – Modena
Con gli attori del Carcere di Modena e del Carcere di Castelfranco Emilia, gli attori e allievi attori del Teatro dei Venti. Allestimento Teatro dei Venti. Drammaturgia Vittorio Continelli e Stefano Tè. Regia Stefano Tè.
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
Note di drammaturgia
Quello tra Padri e Figli è un rapporto complesso: ci accompagna per l’intera esistenza, ci vede interpretare entrambi i ruoli a seconda delle fasi e delle età della vita e ci riguarda nel profondo.
Siamo partiti da un dato personale, dal rapporto che ognuno dei protagonisti del progetto ha con le proprie origini, da come questo rapporto si è evoluto nel tempo e da quel che significa adesso, nel momento in cui si sta in sala, si prova e si va in scena.
Punto focale della ricerca è stato quasi da subito il rapporto tra Eredità e Identità: Eredità che si riceve o che si tramanda e identità che si tenta di affermare.
Ai percorsi personali abbiamo poi affiancato alcuni testi che potessero fare da guida e abbiamo scelto di tenere con noi in particolare in due storie, due grandi storie che contengono molti degli elementi su cui abbiamo ragionato: la storia di Cristo raccontata nei Vangeli (tanto quelli canonici che quelli apocrifi) e Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi.
In entrambi i casi il tema dell’eredità – pesantissima nel caso di Gesù – e quello dell’affermazione della propria identità nel mondo sono centrali.
Abbiamo usato le due grandi storie come materiali di lavoro da tenere sullo sfondo. Prendendo alcune delle immagini in esse contenute ed elaborandole in scena, abbiamo cercato di sganciarle punto di partenza per dare così inizio a una nuova storia, indipendente e autonoma.
Nasce così un’indagine, fortemente radicata nella nostra cultura, che prova a lanciare uno sguardo sul complesso rapporto che intercorre tra Padri e Figli nella nostra storia; tra madri, padri e figli; tra maschile e femminile; tra generazioni che si confrontano talvolta in modo aspro e violento.
Da un lato l’eredità di un mondo che è stato, dall’altro la necessità di costruirne uno nuovo attraverso l’affermazione della propria identità.
Foto Chiara Ferrin