Recensire Alberto Mattioli è un’impresa titanica, perché è talmente bravo e geniale nel suo mestiere, ovvero lo scrivere, che qualunque cosa il povero recensore si trovi a mettere nero su bianco appare del tutto banale. Se poi alla scrittura, il noto giornalista, aggiunge pure il cuore, allora da titanica l’impresa diventa letteralmente impossibile. Per fortuna, questa nuova rubrica “Il Fondo” del Mese Modena, mi consente di scrivere in modo poco formale permettendomi di recensire il “Gattolico praticante. Esercizi di devozione felina”, ultima splendida fatica di Alberto Mattioli più col sentimento che con la tecnica. Il sentimento di un’amica ma, soprattutto, il cuore di una “Gattolica praticante”, da sempre e fino al midollo.
Partirò dicendo che il libro è divertente, chi conosce la penna ironica di Mattioli se lo aspetterà, ma non si aspetterà certo di commuoversi, nel mio caso fino alle lacrime. E questo è il vero colpo di scena. Ovviamente non tutti verseranno calde lacrime, si potrebbe azzardare anzi, che l’occhio umido sia una specie di banco di prova che sancirà il diritto a professarsi “Gattolico praticante”, al pari dell’autore. Il libro comunque va comprato, assolutamente, sia che amiate i gatti sia che li odiate. Se li amate, troverete tantissimi spunti interessanti e allargherete le vostre conoscenze sul mondo felino. Se non li amate, l’acutezza di certe riflessioni, il trasporto palpabile e l’inequivocabile simpatia dell’autore, che qui gioca in casa, potrebbe indurvi a rivedere le vostre affinità. E se i gatti vi stanno indifferenti, dopo la lettura del libro direi che avrete decisamente cambiato idea. Ricordate che qualche anno fa girava un libro che prometteva ai suoi lettori di indurli a smettere di fumare? Ecco, alla fine del libro avrete voglia di rivolgervi al primo gattile e di fare conoscenza con un paio di felini e magari di portarli a casa (due è il numero minimo, lo scoprirete durante la lettura).
Ma veniamo al contenuto del libro. Il Gattolico praticante è un bel volume di 120 pagine edito da Garzanti. Lo riconoscerete a prima vista per quel sornione ritratto gattesco che campeggia in copertina, metamorfosi felina dell’autore, su fondo bianco. “Non dite: il gatto ed io. Dite: il gatto è Dio”: le prime parole dell’introduzione spiegano il perché del libro. E’ un atto di devozione. E’, scrive Mattioli: “un libro che parla dell’amore per i gatti”, amore di chi, si scopre nelle prime pagine, si è avvicinato ai felini casalinghi in età adulta. Per essere precisi si tratta di due feline, dal nome d’opera: Violetta e Isolde. Mattioli apre e chiude il libro citando il suo vissuto familiare: prima la famiglia in carne ed ossa (mirabile il racconto che vede come protagonista la sorella Antonella e Nannimario il suo bel gatto) e poi la famiglia con zampe e vibrisse. In mezzo c’è un mare magnum di contenuti, che inquadrano il gatto nella musica, nell’arte, nella letteratura, fin nella geografia con un bel racconto delle città “gatte”, dove i felini sono i veri protagonisti, da Venezia a Istanbul, da Gerusalemme a Roma. Ma troverete anche le storie di insospettabili “gattari” come Richelieu o Colette o dei famosi gatti che si sono succeduti al numero 10 di Downing Street o di importanti personaggi politici recenti o del passato. E più vicino ai tempi nostri, non può mancare l’analisi del “fenomeno gattini”, nell’età dei social.
Ma non è finita qui, perché il libro è costruito alternando parti colte a irriverenti liste, dove troverete anche una sorta di dizionario dei luoghi comuni sull’amato felino e poi Le cinquanta cose che i gatti odiano e “I cento non per dire sì al gatto”. Ora, se si conosce un minimo l’autore, e i suoi gusti musicali non si può trattenere il sorriso leggendo che, di certo, tra i motivi per tenere un gatto c’è che “Non dice che Muti è meglio di Abbado”!! E ancora perchè “ Non si chiede e soprattutto non ti chiede dove è finita la sinistra”, “Non spreme il dentifricio da metà tubetto”, Non lamenta la scomparsa delle mezze stagioni”!! Del resto, ci informa Mattioli ne” Le cinquanta cose che i gatti odiano” accanto all’evangelico “Non fare al gatto quel che non vorremmo fosse fatto a noi” di “Non leggere i libri elettronici. I gatti amano la carta e la carta ama i gatti”. Una ragione in più per correre subito in libreria a comprare il “Gattolico praticante”.