Riapre Requiem for Pompei, la bella mostra personale di Kenro Izu (Osaka, 1949), che era rimasta chiusa dallo scorso 8 marzo causa emergenza sanitaria. A partire da sabato 30 maggio a martedì 2 giugno e ogni sabato e domenica fino al 28 giugno, le sale del MATA accoglieranno nuovamente il pubblico, che potrà visitare, a ingresso libero, l’esposizione curata da Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi, composta da 55 fotografie inedite, donate dall’artista giapponese alla Fondazione di Modena, frutto di una visione lirica di quanto è rimasto a Pompei, il giorno dopo l’eruzione del 79 d.C. La riapertura della mostra avviene applicando le prescrizioni di sicurezza, con una capienza massima di 10 persone e mascherina obbligatoria.
Requiem for Pompei del grande fotografo giapponese Kenro Izu, è di certo la mostra più significativa (possiamo azzardare l’aggettivo incantevole?) da quando è stata costituita Fondazione Modena Arti Visive. Il passaggio della dirigenza da Daria Baldon a Daniele Pittèri si è fatto sentire, eccome, e in modo estremamente positivo. Entrambe le mostre, Requiem appunto, esposta al Mata ma anche Cast Off di Yael Bartana, allestita alla Galleria Civica, sono di notevole spessore, di quelle mostre in cui entrare, soffermarsi a lungo e poi ritornare sui propri passi per ridare una sbirciatina o, nel caso di Bartana di fermarsi davanti ai video e non alzarsi se non alla fine…
Siamo qui a dire che Requiem è una mostra assolutamente da non perdere. Per la qualità delle immagini, per la loro costruzione, per la grande poesia che esce da quegli scatti in bianco e nero, rigorosi e al tempo stesso seduttivi, per l’allestimento. Il tema della mostra, lo dice il titolo stesso, è Pompei.
Requiem for Pompei è un progetto tutto modenese, iniziato nel 2015, in collaborazione con Fondazione Fotografia Modena, dedicato alla città campana distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. esepolta sotto la cenere e i lapilli e i suoi abitanti. Gli scavi archeologici hanno restituito non solo gli edifici, ma anche le forme esatte dei corpi degli abitanti nel momento della morte, grazie ai calchi eseguiti sui vuoti che essi hanno lasciato sotto la coltre pietrificata. L’esposizione propone una selezione di 55 immagini inedite, donate da Kenro Izu alla Fondazione di Modena, scattate tra le rovine di Pompei, dove l’artista ha collocato, con un poetico gesto di pietà, le copie dei calchi originali dei corpi che spiccano come bianche sagome umane. L’intenzione di Kenro Izu non è quella di documentare i resti di Pompei, quanto di trasmettere il carattere sospeso fra meraviglia e distruzione che proviene dalle rovine, insistendo sull’idea di quanto è rimasto, il giorno dopo l’eruzione del Vesuvio.
“Kenro Izu” – nelle parole dei curatori Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi – “ha la straordinaria capacità di abbattere i muri del tempo, creando immagini sublimi che ci accomunano nello spirito agli uomini di altre epoche, luoghi e civiltà. La sua preghiera per Pompei ci avvicina alle vittime di quella lontana tragedia ma al tempo stesso, come l’artista sottolinea, porta il nostro pensiero ai drammi analoghi che possono verificarsi oggi in qualunque momento e luogo del mondo”.
Con questa splendida mostra , Modena consolida il suo rapporto privilegiato con la fotografia, che l’ha portata a diventare uno dei punti di riferimento in Italia per questa particolare forma di espressione. Le opere di Kenro Izu sono allestite al Mata fino al 13 aprile 2020, la mostra è prodotta da Fondazione Modena Arti Visive e curata da Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi. L’esposizione è co-promossa dal Parco archeologico di Pompei che per l’occasione ha prestato alcune riproduzioni dei celebri calchi in gesso delle vittime dell’eruzione e che successivamente la ospiterà nei propri spazi espositivi.
Note biografiche
Kenro Izu (1949, Osaka) inizia a fotografare negli anni Sessanta, completando la sua formazione presso il College of Arts della Nihon University di Tokyo. Nel 1970 si trasferisce a New York nel 1970, dove tuttora vive e lavora. Nel 1979 compie il suo primo viaggio in Egitto e, impressionato dall’imponenza delle Piramidi e dal senso di trascendenza trasmesso dalle rovine, dà inizio a una delle sue serie più famose, Sacred Places, che lo porterà nei successivi decenni a fotografare i più importanti siti archeologici del mondo, dalla Cambogia al Tibet, dall’India all’Europa, fino al Messico, al Perù e all’Isola di Pasqua.
Affascinato dalla sublime bellezza delle vestigia antiche, individua nel recupero di stili e tecniche di stampa tipici della fotografia ottocentesca il mezzo più adatto per imprimere nelle sue immagini le magiche atmosfere dei luoghi incontrati. Le sue fotografie sono platinotipie, cianotipie e stampe alla gelatina d’argento, che l’artista realizza manualmente in camera oscura da negativi di grande formato. Le sue opere sono state presentate in occasione di numerose mostre personali e collettive, organizzate presso il Rubin Museum of Art, New York (2004), il Tokyo Metropolitan Teien Art Museum (2005), l’Art Museum, University of Kentucky di Lexington (2007), il Detroit Institute of Art, il Kiyosato Museum of Photographic Art di Yamanashi, in Giappone (2008), il Museum of Photographic Arts, San Diego (2009). Suoi lavori sono conservati all’interno delle collezioni fotografiche del Boston Museum of Art, Canadian Center for Architecture, Fondazione di Modena, J. Paul Getty Museum, Comune di Modena – Galleria Civica, Houston Museum of Fine Art, Kiyosato Museum of Photographic Arts, Metropolitan Museum of Art, Museum of Photographic Arts, San Francisco Museum of Modern Art, Santa Barbara Museum of Arts e Tokyo Metropolitan Museum of Photography
KENRO IZU. Requiem for Pompei
Dal 30 maggio al 2 giugno e ogni sabato e domenica fino al 28 giugno 2020
Orario continuato: 11-19
Ingresso Libero
Informazioni
Tel. +39 059 2032919 | www.fmav.org