Prosegue al Teatro Storchi la prima assoluta de “Il peso del mondo nelle cose”, la nuova regia di Claudio Longhi con gli attori della compagnia di Ert. Fino all’11 ottobre

La stagione 2020/2021 Una volta, c’era… del Teatro Storchi di Modena si è aperta con la prima assoluta de Il peso del mondo nelle cose, la nuova regia di Claudio Longhi che lavora sulla drammaturgia originale di Alejandro Tantanian. In scena fino a domenica 11 ottobre, lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, vede sul palco sette attori della Compagnia permanente di ERT – Simone Baroni, Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Elena Natucci, Massimo Vazzana –, Renata Lackó in alternanza con Mariel Tahiraj al violino, ed Esmeralda Sella al pianoforte.

Partendo da due racconti dello scrittore tedesco Alfred Döblin, Fiaba del materialismo e Traffici con l’aldilà, Alejandro Tantanian, figura di riferimento del teatro contemporaneo argentino, poliedrico artista che con Longhi condivide l’idea di un teatro aperto, vivo e dinamico, in stretto dialogo con la comunità, prova a immaginare un avvenire luminoso in cui l’uomo ritrova la sua relazione con il mistero e riconosce la signoria immensa e inesorabile della natura.

In Fiaba del materialismo  Döblin sceglie la strada del “divertissement” per interrogarsi sulla rottura nell’equilibrio dei rapporti fra natura e civiltà, fra scienza e vita, e indagare con humour gli spettri del caos in cui si sentiva immerso: un improvviso sovvertimento delle leggi fisiche e delle regole naturali getta nello scompiglio il mondo, il disordine ha capovolto la realtà. La specie umana è isolata, sopraffatta, incapace di capire e di agire. Poi una tregua improvvisa riporta l’ordine. Ma non è più come prima, c’è una nuova consapevolezza nel rapporto tra l’uomo e la realtà.

Traffici con l’aldilà è un thriller occultistico, una detective-story vorticosa e piena di humor. In una piccola città della provincia inglese, durante la Seconda guerra mondiale, si indaga su un inspiegabile delitto, l’omicidio del birraio van Steen, rinvenuto con la testa fracassata. Un circolo di spiritisti ritiene di poter utilizzare un medium, tal Wiscott, reduce da una clinica per malati di nervi, per entrare in contatto (nell’aldilà) con l’assassino. La principale indiziata è la non irreprensibile soubrette Eveline Dutort, che si dice abbia conosciuto da vicino il defunto van Steen. Indaga la polizia, indagano gli spiritisti. Anzi, l’inchiesta finisce ben presto per concentrarsi su una serie di sedute spiritiche quanto mai bizzarre e animate da paradossali sorprese, nel corso delle quali sembrano prendere il sopravvento le forze dell’aldilà. Dunque, il mondo dei defunti ci viene presentato in maniera scherzosa come una pittoresca comunità che introduce il caos nelle indagini per la morte del protagonista, il birraio van Steen – morto che non sa di essere morto, convinto com’è di essere partito per un viaggio e di trovarsi semplicemente «altrove».

Due opere che raccontano un quanto mai attuale senso di sconvolgimento cosmico e le tensioni fra i concetti di conoscenza esatta e mistero, prova e intuizione, scienza e fantasia, che abbiamo vissuto dolorosamente in questi ultimi mesi. Dal montaggio di queste allegorie nasce Il peso del mondo nelle cose, una favola contemporanea che gioca con i codici del teatro – dal cabaret al mélo – per riflettere sul potere e sulla funzione dell’immaginazione nel rapporto con la realtà, chiamando a raccolta gli spettatori in una sorta di festa: un invito alla celebrazione permanente del teatro, uno spettacolo per tornare a credere nella forza della fantasia.

Teatro Storchi

Largo Garibaldi 15, Modena

da martedì 29 settembre a domenica 11 ottobre 2020

29 e 30 settembre, 1, 2 e 6 ottobre: ore 21.00, I parte

3 ottobre: ore 20.00, I parte

4 ottobre: ore 16.00, I parte

7, 8 e 9 ottobre: ore 21.00, II parte

10 ottobre: ore 20.00, II parte

11 ottobre: ore 16.00, II parte

Il peso del mondo nelle cose

 drammaturgia Alejandro Tantanian

traduzione Davide Carnevali

regia Claudio Longhi

con Simone Baroni, Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea,

Elena Natucci, Massimo Vazzana
violino Renata Lackó / Mariel Tahiraj

pianoforte Esmeralda Sella

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

prima assoluta

durata: 1 ora e 45 minuti – I parte

 1 ora e 20 minuti – II parte

Informazioni sullo spettacolo

Foto di Francesca Cappi